Le Logge Umbre - Oriente di Foligno


Loggia 'Domenico Benedetto Roncalli' n. 1210

Il conte Roncalli è sempre stato il più fervente animatore, sostenitore e divulgatore degli ideali patriottici e politici nel nostro territorio.

Nato nel 1843 a Foligno vi muore nel 1910. Fervente mazziniano, volontario Garibaldino nel 1866 combatte a Bezzecca, nel 1867 recluta e organizza volontari della Campagna nell’Agro Romano, infiammando gli animi dei giovani folignati con ideologie patriottiche.

Insegna nel ginnasio, è direttore nelle scuole Arti e Mestieri, assessore e consigliere Comunale, Presidente della Congregazione di Carità, dirigente del Partito Repubblicano.
Presidente del Circolo Liverani e dell’Associazione Volontari Garibaldini, partecipa agli avvenimenti cittadini, tanto che nel 1885 il Circolo Liverani effettua una sottoscrizione a favore di un gruppo di contadini del mantovano che dopo un sommossa per far valere i propri diritti sono stati incarcerati. Tra gli iscritti si raccolgono 30,10 lire che vengono versate al “Comitato Milanese di soccorso” con allegata una lettera che esprime solidarietà per i poveri contadini.

Già affiliato dal 1862 alla Massoneria del grande Oriente di Napoli (Gran Maestro Giuseppe Garibaldi) fu in seguito maestro Venerabile della Loggia Conciliazione di Foligno.

Ebbe parole di plauso a favore della “Cremazione” testimoniate da un telegramma inviato a nome dei Reduci e delle Società Popolari al Grande Ministro della Massoneria di Roma.

Il 25 Novembre 1873 Giuseppe Garibaldi gli invia da Caprera il seguente telegramma quale Presidente della Società Filantropica di Foligno:

“Caro Presidente,
porgete una parola mia di gratitudine alla 'Società Filantropica di Foligno' per la simpatia gentile. Io ricorderò tutta la vita l’accoglienza preziosa ricevuta dai vostri prodi concittadini.
Vostro
Giuseppe Garibaldi"

Da “La Scintilia”, 1911, un discorso di Ferdinando Innamorati:

"la parola di Domenico Benedetti Roncalli è ispirata al vangelo patriottico che destò da un capo all'altro dell'Umbria il popolo nostro ai sensi e ai doveri di quella italianità che per lei fu culto sacro e una missione... incitò le masse serve a seguire la democrazia che faceva le sue prime armi, a questa insegnò la via da seguire e le finalità da raggiungere Che rimane di lui?.. Per ogni dove sorvola il suo spirito ribelle sacro alla democrazia di oggi e di domani..."


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